Kedarnath

Gli ultimi 20 km sino al santuario sull’Himalaya indiano, a 3600 metri di quota, dovevano essere percorsi a dorso di mulo. Gli sherpa locali preparavano gli animali per le quattro ore di ascesa già dalla prima mattina.

Chi non poteva ancora (o chi non poteva più) reggersi in sella, bambini e persone particolarmente anziane, veniva portato sù in una cesta-poltrona di vimini legata alle spalle di uno sherpa che quindi saliva, lento e soffrendo in silenzio, sino al santuario.

E mentre abbienti sovrappeso si potevano concedere il lusso di una lettiga portata da almeno due uomini, qualche politico inviso si era invece fatto costruire un eliporto, non solo per evitare ogni disagio e l’inopportuna prossimità della gente comune, ma anche per sottolineare tutta la differenza del proprio rango.