Giustizia

Allora il re ordinò di prendere una spada e di tagliare il bambino in due parti, dandone una alla prima donna, l’altra alla seconda. Ma una delle due donne si commosse e disse: «Perdonatemi, mio signore! Date a lei il bambino vivo: non deve morire!». L’altra donna invece disse: «Non sia né mio né tuo. Tagliate!». Presa la parola, allora il re disse: «Date alla il bambino alla prima donna, non dovete farlo morire. Quella è sua madre». Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunciata dal re e provarono profondo rispetto, perché avevano constatato che con lui era la sapienza di Dio. 1 Re 3.

Se accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se invocherai l’intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza, se la ricercherai come l’argento e per averla scaverai come per un tesoro, allora avrai rispetto del Signore ed accederai alla sua conoscenza, perché Egli è la fonte della sapienza e dalla sua bocca escono scienza e prudenza. Proverbi 2

Il principe vittorioso è divenuto re. La sua spada amministra con sapienza e giustizia. Al confronto, la spada della scimmia incoronata era una buffonata da circo. Non c’è alcun merito nel gioco del destino o delle fortune umane, ma solo gloria che va e che viene col capriccio di una ruota in movimento. Ferma è invece la giustizia del sapiente, stabile ed in equilibrio la bilancia divina. La sua spada non lascia nulla al caso. Sollevata, è immobile per l’innocente. O recide in un lampo.