Harran

Vecchi camion si affacendano lungo le strade straripanti di cotone, batuffoli liberati dal vento si raccolgono ai margini delle vie in una striscia bianca e densa che pare neve.

Bambini e donne lavorano nei campi. Le donne hanno vesti variopinte, rosse e verdi, con decorazioni in oro. Hanno visi e mani bruciati dal sole. C’è una bellezza quasi zingara in loro, un fascino d’altri tempi. Kobane è ad un paio di chilometri da qui.

Ad Harran, nella città da cui Abramo partì per la terra di Cana, ci sono ora più bambini che altro, sudici e mezzi scalzi, a caccia di turisti per qualche lira da portare alle famiglie. Vite povere, senza prospettive.

Di Harran, città biblica, rimangono oggi solo polvere e miseria. È l’immagine dell’impietosità della storia quando l’uomo non si cura dell’uomo.