Dioniso, figlio di Persefone, triste fanciulla, ammirando la propria immagine allo specchio si perse in essa e si lanciò a creare la molteplicità del mondo. Ma i titani, attiratolo con dadi e trottole, con una palla ed altri giochi, lo sbranarono ancora bambino, ne gustarono le carni. E quando Zeus li fulminò adirato, dalla fuligine e dai vapori che si scatenarono si sedimentò la materia vivente dalla quale nacque l’uomo. Noi tutti siamo, perciò, parte di Dioniso. Dopo Urano e Crono, dopo Zeus, il dio del regno presente. (frammenti vari da Giorgio Colli, La sapienza greca, I 245, 251, 287)
“E il terzo principio dopo l’acqua e la terra prese origine da questi primi due, e fu un serpente, con l’aggiunta di una testa di toro e una di leone, e in mezzo il volto di un dio; aveva altresì ali sulle spalle e si chiamava Tempo senza vecchiaia, o anche Ercole, padre di Etere e Caos.” (Damascio, Sui principi, 123 bis, da Giorgio Colli, La sapienza greca, I 281).
Al centro della ruota, Ercole, Tempo senza vecchiaia. Ercole con la sua forza.
“Fra i doni divini si trova al primo posto la saggezza. Al secondo, subito dopo, l’intelligenza, l’atteggiamento temperante dell’anima. Terza viene la giustizia. Ed al quarto posto, infine, mettiamo la fortitudine”. (Platone, Leggi, I 631C)
Forza, coraggio, costanza nelle avversità, resilienza, fermezza. Capacità di resistere e perseverare, desiderio ed attrazione naturale di corpi, eroticità primigenia di Ercole, di Sansone, della giovinezza che esplode alla vita… di Venere. Bellezza che con dolce naturalezza conduce il maschile al femminile ed il femminile al maschile.
Forza esteriore del maschile nel cielo.
Forza interiore del femminile sulla terra.