L’Uomo

In principio era il Verbo. Ed il Verbo era presso Dio. Ed il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. La luce splende nelle tenebre. E le tenebre non l’hanno vinta. Giovanni, 1.

Allora il Signore plasmò un uomo dalla polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita: “Fa di alef il re del respiro, lega a lui una corona e combina l’uno con l’altra. E con loro sigilla l’aria nell’universo, la stagione temperata nell’anno ed il torace nell’anima. Il maschile con alef – mem – shin, il femminile con alef – shin – mem.” Genesi, 2; Sefer Yetzirah, 3:7.

E l’uomo prese vita e si disse: “Dio ci ha fatto simili a lui. Domineremo sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, sugli animali selvatici e su quelli che strisciano al suolo. Dio ci ha creati a sua immagine e ci ha benedetto, ci ha dato per cibo le piante e gli alberi da frutta. Gli animali selvatici, quelli che si muovono sulla terra e gli uccelli del cielo saranno in nostro potere. Così sia.” E l’uomo trovò che tutto ciò era davvero molto bello. Genesi, 1.

L’uomo terreno è potenzialità, abilità, ma anche astuzia ed inganno, furto e rapina. Crudeltà malata, cattiveria ed illusione. È un saltinbanco da fiera, un giullare che si crede divertente, un effimero grumo di carne e sangue che si atteggia a centro dell’universo.

Ma l’uomo può anche riconnettersi al divino, divenire unità celeste, condensato di essere, di energia morale e di generosità. E, come tale, homo faber, scintilla d’amore, può mettere in movimento la ruota del Dharma.

Dire e fare cose vere si chiama la via al cielo. Intensità ed onestà.

Trovala.